Conosco poche persone veramente felici.
La felicità in se è un concetto astratto, è più che altro un insieme di fattori che girano bene e danno una sensazione di benessere diffusa . A mio avviso uno degli elementi che più influenza questo stato d'animo è il lavoro. Ergo se il lavoro che fai ti piace, ti soddisfa (e non solo economicamente), ti realizza , ti riempie di energie anzichè svuotarti dovresti essere felice. Certo se manca l'amore non sei tanto felice .. ma sei hai l'amore e sei disoccupato , be', non sei felice uguale . Non sono una Epicurea , non cerco a tutti i costi la perfezione , non rincorro l'immagine della donna di oggi che lavora, fa la madre, la moglie, l'amante e ha pure i capelli in ordine. Ma sono una persona normale, che aveva dei sogni e delle ambizioni e che poi .. dopo i compromessi, dopo la ragione e la comodità , si ritrova seduta davanti ad un pc bevendo camomilla e chiedendosi se è davvero tutto qui. O se c'è altro che si può fare, cercare, provare. Mah. Ho sempre amato lavorare . Davvero. Non avrei mai voluto una persona accanto che mi mantenesse. "Il lavoro nobila l'uomo" (e la donna) e "l'ozio è il padre dei vizi" erano le massime della mia nonnina piemontese , che ha lavorato una vita per gli altri e non si è mai data pace anche quando poteva stare tranquilla. E' qualcosa che c'è nel nostro DNA . C'è chi nasce scaxxato e nullafacente volontariamente e chi agitato e lavoratore. Noi siamo nate così- E ci hanno instradato su questo cammino da piccine. Ci sono genitori che si ammazzano per mandare i figli all'università e gli puntano addosso come fari le loro ambizioni andate in fumo , cercano di creargli le basi per un futuro radioso fatto di Dott. o Ing. o Avv. Altri lasciano che siano i figli a decidere in base alle attidudini dimostrate. Altri ancora lasciano provare il lavoro in età adolescente e una volta che si guadagnano i primi soldini e ci si può affrancare dalla dittatura genitoriale... be' la voglia di studiare passa .. in secondo , anche in terzo piano. Quindi si inizia a vagare nel mondo del lavoro, il primo impiego. Il secondo contratto già meglio. E a salire, uno scalino alla volta gli obbiettivi ed è vero che si aprono le porte se provi. C'è da farsi un bel culo ma è entusiasmante. Passo dopo passo perdi di vista l'obbiettivo, la vita è un groviglio di emozioni , di scoperte . Ti concentri su altro, ci investi e vinci ma sei fuori dagli altri giochi.
E finisci , seduta su una sedia scomoda a bere tisane e chiederti se adesso si posso ricercare quelle porte e se la chiave che hai apre ancora o hanno cambiato le serrature. Magari le porte qui sono chiuse per te . Magari una porta sarebbe aperta ma non hai più l'età per entrarci. Magari quella porta è aperta, hai l'età ma il coraggio manca. Magari la porta non la cerchi nemmeno perchè è solo un pretesto.
Il mio oroscopo da un segno positivo al 2010 e dice cambiamenti in arrivo.
Lo dice tutti gli anni e gli credo sempre . Se non una porta almeno uno spioncino...
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