23 dicembre 2006

DEPRESSIONE DA NATALE

Depressione da Natale?
Non sentitevi in colpa(di Stefano Pallanti)
Al Natale nessuno sfugge, anche i più distratti sono presi da una sommessa inquietudine natalizia. Ma se nell' infanzia (vi ricordate?) la gioia cresceva, giorno dopo giorno, seguendo la progressione delle finestrelle del calendario dell'avvento, ora che siamo grandi per molti si colora di infelicità. E di colpa. Colpa, sì, perchè sappiamo bene che dovremmo invece sentirci più felici. Essere infelici a Natale ci pare disonesto, ingiusto, un tradimento dei sentimenti comuni: una bestemmia. Ci dispiace rovinare la festa agli altri, ma spesso non riusciamo a nascondere questo stato d'animo. Negli altri giorni i sentimenti tristi sembrano meno continui e tollerabili.
Diceva Giorgio Manganelli "L'infelicità del Natale è un'infelicità elusiva, viscida, serpentesca, e insieme calamitosa, e vediamo tutte le imperfezioni dei rapporti umani, ne soffriamo di più, perché ci sembrano più che mai incompleti. La festa suprema è il momento della suprema vergogna. E prima tra tutte quella dei nostri sentimenti, miseri, sbilenchi. "
E mai come in questi momenti l'essenza dei nostri sentimenti amorosi, che avevamo serbato per ricorrenze speciali come le buone bottiglie, si disperde e soccombe tra i miasmi del disamore del mondo. E' proprio il contrasto con l'ideale perfetto della felicità natalizia che rende in questi giorni più aspra la pena. Tranquilli, non si tratta di una faccenda privata, poichè riguarda tante persone, basta domandarlo un po in giro, e poi perchè, anche se lo abbiamo scordato, il Natale è intrinsecamente triste, seppure travestito di letizia.
Fine dell'anno e fine del Tempo coincidevano nelle culture arcaiche ed insieme erano una metafora della fine dell'esistenza. I Saturnali, celebrati in questa stagione, erano, nella Roma pagana, la festa delle "Larvae", cioè dei morti per cause violente, non sepolti. Le giornate più brevi dell'inverno erano la notte dell'anno e ne segnavano la rinascita, rinnovavano l'alleanza tra i vivi, i bambini neonati ed i morti, ed ancora oggi molti dei simboli delle festività ci riportano questi significati.
La morte, a quel tempo, era il contrario della vita: l'altro mondo. Nel mondo dei consumi è qualcosa di peggio: il nulla. Per questo l'abete per noi diventa solo un frivolo addobbo, mentre nel nord Europa questo sempreverde veniva impiegato ugualmente sia per i matrimoni che per i funerali. Ceri rossi, luminarie, falò, gli stessi doni scambiati come ex voto, alludono alla comunicazione tra oltretomba e realtà materiale.
Bene, allora il nostro turbamento ora ci sembra meno infondato. Chi in questi giorni di letizia forzata e un po' malinconico recupera intero lo Spirito delle feste.
Qualcuno però va oltre e finisce per passare dall'infelicità, sentimento comunque normale, alla depressione clinica.
La psichiatria, che si è occupata del fenomeno dell'infelicità natalizia, ci fornisce alcune indicazioni utili. La prima è che il Natale viene considerato nella lista degli eventi stressanti come un furto o un lutto (non per i bambini però!).
Per chi soffre o è vulnerabile alla depressione - almeno una persona su cinque - il Natale è un evento davvero perturbante.
Sin dal primo famoso articolo apparso nel 1981 sugli Archives of General Psychiatry, dal titolo significativo di "Christmas and psychopathology", si è descritto il cosiddetto "Christmas Effect", che provoca un aumento dei ricoveri e delle richieste di aiuto per motivi psicopatologici. In particolare disturbi depressivi e disturbi alimentari psicogeni soprattutto per donne ed anziani.
I sintomi... Soffrite di Holiday season depression? ( la Depressione delle festività) ?
Se riconoscete almeno 4 di questi otto sintomi, probabilmente sì:
- Tristezza persistente, ansia, ma soprattutto senso di vuoto
- Pessimismo, sfiducia nel futuro
- Sensi di colpa, sentirsi incapace ad esempio di preparare il pranzo di Natale
- Abulia, incapacità di divertirsi e di condividere la gioia con gli altri
- Soffrire per coloro che mancano e non riuscire a godere della presenza e dell'affetto di chi ci è vicino
- Incapacità di trovare un'idea per un dono
- Aumentata litigiosità per motivi futili, facilità al pianto
- Mal di testa, mancanza di appetito o dolori fisici persistenti
Talora queste sensazioni accompagnano tutto il periodo, per poi lasciarci in pace finite le festività, altre volte proseguono anche dopo ed anzi possono anche aggravarsi.
E' possibile difendersi dalla depressione da feste?
E possibile difendersi da queste insidie ? Ricordo che P.P.Pasolini intraprendeva viaggi in paesi Islamici per sfuggire alla malinconia delle celebrazioni natalizie, ma per chi deve rimanere è possibile qualche suggerimento.
Il primo è quello di difendersi accentuando il razionalismo, così da non aspettarsi niente di particolare dal Natale: è la disillusione delle nostre aspettative infantili che più ci fa disperare.
Moderazione nel mangiare e bere e anche nelle spese. Molte persone non possono spendere quanto vorrebbero per i regali, o spendono più di quanto realmente possono. Questo è un fattore potenzialmente depressivo.
Non stravolgete i vostri ritmi. Non cercate di fare più cose di quelle che potete fare, tenete il vostro ritmo. Prendere il proprio tempo, organizzarsi delle pause per recuperare e rilassarsi. Se possibile, condividere il proprio carico con qualcun altro. Se ci si sente stressati o sovraccarichi, cercare familiari o amici che aiutino a prendere uno stacco.
Evitate il "Post Cristhmas let-down", cioè le crisi del dopo Natale con programmi adeguati: non rimanete privi di progetti, puo' favorire la melanconia.
Comunque se a Natale si è un po' felici (ma vale anche per tutti gli altri giorni dell'anno), è meglio; ma chi si sente infelice pensi che è uno dei tanti, pensatori non superficiali, che colgono i più profondi significati del mistero del solstizio d'inverno o, nelle situazioni più gravi, perché veramente soffre di depressione. Soprattutto in questo caso , davvero non è una colpa.
(L'autore è direttore dell'Istituto di neuroscienze di Firenze, e visiting associate professor alla Mount Sinai Hospital School of medicine di New York)

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Ho voluto riportare questo articolo perchè oggi mi sento afflitta da tristezza Natalizia.. ma forse forse è solo il pre-ciclo..

1 commento:

Anonimo ha detto...

(…)anche se lo abbiamo scordato, il Natale è intrinsecamente triste, seppure travestito di letizia.(…) Ma di cosa sta parlando il direttore dell’Istituto di neuroscienze di Firenze??? Il Natale non è una festa intrinsecamente triste! Il Natale è la nascita di Gesù, il Figlio di Dio e per i cristiani è un giorno di felicità, di amore, di speranza: Dio che si fa uomo. E’ un mistero grandissimo e inintelligibile per la mente umana. Per chi crede, è un giorno di festa, un giorno di gioia. Secondo me, la depressione natalizia nasce dalla secolarizzazione dell’evento religioso. Credo che sia più che normale che si manifesti questa tristezza, se si svuota il Natale del suo significato più vero e reale: il compleanno di Gesù. Provate a festeggiare il 25 aprile senza ricordare che è la data della fine del fascismo, senza chiedervi il perché di tale festa, e ditemi se non vi sentite un poco tristi. Non so scrivere bene e non voglio fare prediche, ma torno a ribadire che innanzitutto il Natale è una festa religiosa. Quando il consumismo se ne è appropriato, lo ha trasformato in una festa vuota, usa e getta… Paradossalmente, il mondo occidentale riesce a festeggiare un compleanno senza il festeggiato: Gesù...
Libero